Da un sacco di tempo volevo lanciarmi nell’analisi sistemica di questo bellissimo film di animazione della Disney: RED (Turning Red in inglese), che contiene comunque anche tantissime altre tematiche interessanti.

Il tema centrale è il passaggio all’adolescenza di una bambina di 13 anni. Una metafora della prima mestruazione ma anche la capacità di trovare il suo posto rispetto alle donne della sua famiglia.

Onore ai grandi

Il film parte già ottimamente con la prima frase:

“La prima regola nella mia famiglia: onora i tuoi genitori, gli esseri supremi che ti hanno donato la vita, che hanno fatto rinunce e sacrifici per garantirti un tetto e del cibo in tavola” e poi continua “il minimo che tu possa fare è assecondare ogni loro richiesta” […] “Ma attenzione perché se esageri poi rischi di non onorare te stessa”.

Questa frase riassume due concetti chiave:

  • l’importanza di riconoscere e onorare il più grande dono che i genitori ci hanno fatto dandoci la vita
  • il grande amore cieco dei bambini che darebbero tutto – anche la vita – per fedeltà ai loro genitori, con il rischio però appunto di dare troppo e di mettersi quindi sopra di loro, pensando di essere responsabili della loro felicità e salvezza

Mei è una ragazzina di 13 anni che afferma con orgoglio di essere ‘ufficialmente adulta’, grande abbastanza per stabilire le regole della propria vita.

Biologicamente ineccepibile: dopo i 12 anni un cucciolo di umano dovrebbe essere completamente svezzato, e quindi autonomo – se ancora vivessimo secondo le regole del mondo animale :D

Motivo per cui le bambine intorno ai 13 anni hanno il menarca, che segna il passaggio da bambina a donna.

So che avete gli occhi sgranati ma questo significa che da quell’età la natura ha previsto che una femmina possa restare incinta, se così non fosse la natura avrebbe ritardato l’arrivo delle mestruazioni, non pensate?

Il problema è che sopra alla natura e alla vita abbiamo spalmato uno strato bello spesso di cultura, morale, etica, e regole sociali che non ammettono più questo genere di comportamento. Ci siamo ‘evoluti’, no? ;)

Ma andiamo avanti!

Obbedienza e innocenza

Le sue amiche pensano che lei sia troppo plagiata dai genitori perché non si intrattiene con loro:

‘sono padrona della mia vita, ma non vuol dire poter fare ciò che voglio, anche io ho delle responsabilità’ – ‘io faccio le mie scelte, solo che alcune delle mie scelte è lei [la mamma] a farle’

Appartenere alla famiglia spesso pensiamo che significhi obbedire e accettare certe regole, che funzionano da bambini ma un po’ meno da adulti.

Il culto degli antenati

La ragazzina si occupa con la mamma del tempio di famiglia dove “Anziché onorare un dio onoriamo i nostri antenati”, in particolare una donna dedita agli studi e alla protezione del panda rosso, animale che in cambio ha portato fortuna e prosperità alla famiglia.

Ma vedremo poi che questo ha creato anche un irretimento delle donne della famiglia con il destino di questa antenata.

Il passaggio all’età adulta

Mei si trova inaspettatamente alle prese con un primo amore adolescenziale, ma viene scoperta dalla mamma che non la prende bene e si intromette creandole un grande imbarazzo.

La ragazzina si sente in colpa per i sentimenti provati, rinnegando così il suo sentire.

Ma questo primo risveglio dell’amore in lei non può essere soffocato e infatti determina un cambiamento definitivo in lei: una vera trasformazione interiore, che diventa anche esteriore.

Quando si sveglia la mattina dopo infatti – con suo grande stupore e disperazione – scopre di essere diventata un panda rosso.

La figura del panda rosso è una metafora che racconta del suo sviluppo sessuale e la mamma infatti pensa subito: ‘non sarà QUELLO per caso? Non sarà sbocciata la peonia rossa?’ e le va in soccorso con assorbenti, antidolorifici e quant’altro.

Oltre a quel cambiamento fisico però Mei sperimenta soprattutto un cambiamento emotivo e le sue risposte alla mamma non sono più gentili e pacate, ma più forti e sprezzanti: per passare da bambina ad adulta è necessario anche un cambiamento nei comportamenti e un allontanamento dalla figura di ‘brava bambina’.

Mei si accorge che quando è calma e rilassata torna ad essere se stessa ma che le emozioni forti le fanno riprendere la forma del panda.

Benedizione o maledizione?

La madre svela il motivo della sua trasmutazione: la loro antenata aveva chiesto agli dei di assumere la forma di quell’animale quando durante la guerra, era rimasta da sola a proteggere se stessa e le figlie. E’ la storia di tutte le donne che durante la guerra si trovano da sole, vulnerabili senza la protezione dell’uomo lontano e devono trovare la forza dentro di sé per occuparsi di tutto.

Il dono da questa antenata viene passato alle figlie una volta raggiunta la maturità. Ma da una benedizione si è tramutata in maledizione. E questo vale proprio anche per la trasformazione di genere che la guerra ha imposto alle nostre nonne e bisnonne e della quale appunto ancora noi nipoti stiamo pagando il prezzo: una donna che si prende il posto del marito e lo relega al rango di figlio.

Nascondere e adeguarsi

La mamma racconta che si può fare un rituale per confinare lo spirito del panda dentro ad un amuleto.

Mi sa tanto di un modo come un altro per reprimere la femminilità, la sessualità, in un mondo in cui non c’è più spazio per questo.

E’ il lato oscuro del panda, che possiamo vedere come la forza, la potenza del femminile, troppo grande da gestire e legata spesso appunto alle emozioni incontrollabili.

Di madre in figlia

I litigi di Mei con la madre aumentano: non è d’accordo con i suoi gusti musicali e le sue scelte che iniziano a dissentire con quelle dei genitori. Si scopre però che la madre stessa è a disagio con la nonna di Mei: si comprende che la teme e che quindi questo conflitto primario influenza il suo essere madre.

Viene spiegato dopo: la nonna di Mei infatti arriva con le altre donne della famiglia per prepararla al rituale e aiutarla a reprimere il panda che è in sé.

‘So come sia duro reprimere la bestia, lasciarla esprimere è così appagante, senza vincoli, ma più le dai sfogo e più diventa forte’

La nonna racconta che il panda ha interrotto il legame tra lei e la figlia. La nonna è molto severa con la madre e si aspetta la stessa severità per la nipote.

La perdita dell’innocenza

“Sono una figlia modello, ho tutte A, perché non si fida?”

Mei capisce che quel concerto a cui vuole partecipare è il suo passo verso l’età adulta e che si deve ribellare ai genitori e disobbedire perdendo così la sua innocenza.

Le amiche le fanno notare infatti che grazie al panda lei non è più una ragazza tutta casa e studio ma è una ribelle. E grazie a questo nuovo lato del suo carattere loro la apprezzano di più ‘sei una bomba’.

Il rituale

La sera del rituale Mei e la sua famiglia sono riunite: “come ogni donna in questa famiglia anche tu bandirai la bestia che è in te dando luce al tuo io interiore”.

Il rituale sembra proprio una costellazione, sono tutti in cerchio

Durante il rituale richiamano l’antenata per guidare la nipote nel suo ‘conflitto interiore’, viene chiesta la sua ‘benedizione’ per liberare la discendente, perché abbia il permesso di condurre la sua vita liberamente.

L’ava si manifesta alla ragazza che può metaforicamente incontrare il suo doppio: la sua parte più vera, ribelle, che non fa la brava bambina, è la bambina che incontra l’adolescente, che se vuole crescere deve disobbedire ma in questo trova anche la sua forza.

Rinunciare al panda la terrebbe piccola, Mei però non è pronta a rinunciare a questo lato della sua anima e quindi interrompe il rituale:

‘il panda resta con me, io andrò a quel concerto’.

Ora faccio da me

A quel punto la disobbedienza di Mei sprigiona il panda della madre.

Mei intanto raggiunge le amiche al concerto:

“Da sempre compiacere mia madre è la mia ragione di vita, non riuscivo a staccarmi ma rinunciare a voi sarebbe molto peggio”

‘Questa non sei tu’ le dice la mamma che non vede la figlia, non riconosce che è cresciuta.

Al che Mei le risponde:

‘La tua dolce Mei Mei non c’è più, io ti ho mentito: mi piacciono i ragazzi, la musica ad alto volume, ho 13 anni, accettalo!’

A quel punto anche la madre confessa che non ha mai potuto andare a un concerto, la famiglia veniva prima di tutto, e doveva essere la figlia modello.

Riconciliazione

Un’altro momento super costellativo accade quando la nonna di Mei abbraccia la figlia e chiede alla sua antenata di guidare e proteggere la nipote.A quel punto mamma e figlia sono libere:

Mei: ‘Io sto cambiando mamma, finalmente inizio a capire chi sono veramente, ma ho paura che questo mi allontani da te’

Mamma: ‘Tu cerchi sempre di fare tutti felici ma sei così dura con te stessa e se è per colpa mia ti chiedo scusa – non fermarti per nessuno, più andrai lontano e più sarò orgogliosa di te’…

Ah che bella frase! Liberatoria per la madre e per la figlia, ognuna il suo destino.

 

“Tutti abbiamo la nostra bestia interiore, un lato incasinato che teniamo nascosto

molti non lo mostrano mai ma io l’ho fatto e tu?”

Per saperne di più…

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